"Parlamentino" islamico
[Giornale del Popolo, 31.03.2011]
di Luca Fiore
Due grandi organizzazioni islamiche della Svizzera intendono fondare una nuova comunità che rappresenti tutti i musulmani residenti nella Confederazione. La nuova entità mirerebbe ad essere uno strumento di pace interreligiosa, che trasmette con voce unanime" le richieste dei musulmani svizzeri alle istanze politiche, ha spiegato qualche settimana fa all'ATS il presidente della Federazione delle organizzazioni islamiche svizzere (FOIS), Hisham Maizar, confermando una notizia in tal senso pubblicata dal domenicale Sonntag. La FOIS e il coordinamento delle organizzazioni musulmane della Svizzera (KIOS) vorrebbero organizzare una sorta di parlamento eletto dai 400.000 musulmani residenti nella Confederazione, denominato "Umma Svizzera" (in arabo, comunità di tutti i musulmani). Il primo scrutinio potrebbe aver luogo verso l'inizio dell'anno prossimo. Per elaborare gli statuti della nuova comunità - ha spiegato Maizar - si è messa all'opera una commissione composta di specialisti in diritto pubblico e di giuristi islamici. Si tratta in particolare di appurare che la "Umma" sia conforme al diritto federale e alle norme in vigore in tutti i 26 cantoni. Questo "parlamento dei musulmani" dovrebbe essere aperto a tutti, ma i gruppi radicali dovranno rinunciare alle loro posizioni estreme se vogliono collaborarvi, ha aggiunto Maizar. "Vogliamo che gli svizzeri non abbiano più paura dell'Islam" ha concluso.
Samir Radouan Jelassi, imam della moschea di Viganello
Di questa proposta abbiamo discusso con Samir Jelassi, imam della moschea di Viganello.
Da che esigenza nasce la proposta del signor Maizar?
Nell'ultimo anno è sorta qualche difficoltà all'interno della comunità islamica in Svizzera ed è emerso il desiderio di trovare una sorta di cappello che riunisca le diverse associazioni e organizzazioni musulmane.
La proposta del "parlamento dei musulmani" nasce all'interno del Forum Islam promosso dalla confederazione?
No, anche se chi ha fatto la proposta partecipa a questo Forum. Tuttavia in questi mesi all'interno del Forum è stato formato un gruppo di lavoro incaricato di studiare a fondo le proposte da presentare al Governo. Non escludo che questa proposta potrà essere alla fine presentata dal Forum stesso.
Che idea si è fatto lei di questa iniziativa?
A me pare buona. L'unico problema è che occorrerà ancora molto tempo per metterla in pratica. Mi chiedo infatti con quali modalità sarà realizzata, a chi sarà affidata l'organizzazione, con quali limiti, e se questo lavoro sarà preceduto da un dialogo interno al Forum. Queste sono domande aperte. L'altra cosa è che vedo anche una doppia difficoltà.
Quale?
In primo luogo, a differenza dei modelli sviluppati negli altri Paesi europei, dobbiamo costatare che in Svizzera la comunità musulmana è formata da molte famiglie etniche. Il che non facilità le cose perché ognuna esprime diverse esigenze. L'altra difficoltà è che per molte questioni che vorremmo fossero regolamentate la competenza è dei Cantoni e non della Confederazione. Si tratterà dunque di un lavoro lungo e faticoso. Ma penso che sia importante avere una visione per il futuro rivolta alle future generazioni.
Maizar vorrebbe utilizza il termine "Umma" che dal punto di vista della lingua araba vuol dire "tutta la comunità", ma è un termine molto utilizzato dai fondamentalisti per contrapporre il mondo musulmano dall'Occidente. Si tratta di un lapsus, oppure Maizar è in buona fede?
È solo una questione linguistica. Non dimentichiamo che ci sono in Svizzera altre organizzazione, che non fanno farte del Forum Islam, che usano questo termine con l'intento di sottolineare la contrapporsizione. Forse quella di Maizar è era una strategia per recuperare questo termine, per far sì che non diventi appannaggio solo di questi gruppi.
Perché è necessario un "parlamento" islamico?
È necessario che i musulmani si organizzino, come più volte auspicato dallo stesso governo svizzero, dunque si vuole andare nella direzione di una grande consulta all'interno della comunità musulmana svizzera che possa interloquire con le istituzioni svizzere per raggiungere un protocollo che regoli i rapporti tra Stato e islam; ma ben lontano dalla idea dello “Stato nello Stato”. Questo organo deve essere eletto democraticamente in modo che tutti possano essere rappresentati, anche chi non appartiene a nessuna organizzazione. Questo perché chi ne farà parte dovrà essere consapevole che rappresenterà gli interessi di tutti i musulmani, non solo di alcuni.
di Luca Fiore
Due grandi organizzazioni islamiche della Svizzera intendono fondare una nuova comunità che rappresenti tutti i musulmani residenti nella Confederazione. La nuova entità mirerebbe ad essere uno strumento di pace interreligiosa, che trasmette con voce unanime" le richieste dei musulmani svizzeri alle istanze politiche, ha spiegato qualche settimana fa all'ATS il presidente della Federazione delle organizzazioni islamiche svizzere (FOIS), Hisham Maizar, confermando una notizia in tal senso pubblicata dal domenicale Sonntag. La FOIS e il coordinamento delle organizzazioni musulmane della Svizzera (KIOS) vorrebbero organizzare una sorta di parlamento eletto dai 400.000 musulmani residenti nella Confederazione, denominato "Umma Svizzera" (in arabo, comunità di tutti i musulmani). Il primo scrutinio potrebbe aver luogo verso l'inizio dell'anno prossimo. Per elaborare gli statuti della nuova comunità - ha spiegato Maizar - si è messa all'opera una commissione composta di specialisti in diritto pubblico e di giuristi islamici. Si tratta in particolare di appurare che la "Umma" sia conforme al diritto federale e alle norme in vigore in tutti i 26 cantoni. Questo "parlamento dei musulmani" dovrebbe essere aperto a tutti, ma i gruppi radicali dovranno rinunciare alle loro posizioni estreme se vogliono collaborarvi, ha aggiunto Maizar. "Vogliamo che gli svizzeri non abbiano più paura dell'Islam" ha concluso.
Samir Radouan Jelassi, imam della moschea di Viganello
Di questa proposta abbiamo discusso con Samir Jelassi, imam della moschea di Viganello.
Da che esigenza nasce la proposta del signor Maizar?
Nell'ultimo anno è sorta qualche difficoltà all'interno della comunità islamica in Svizzera ed è emerso il desiderio di trovare una sorta di cappello che riunisca le diverse associazioni e organizzazioni musulmane.
La proposta del "parlamento dei musulmani" nasce all'interno del Forum Islam promosso dalla confederazione?
No, anche se chi ha fatto la proposta partecipa a questo Forum. Tuttavia in questi mesi all'interno del Forum è stato formato un gruppo di lavoro incaricato di studiare a fondo le proposte da presentare al Governo. Non escludo che questa proposta potrà essere alla fine presentata dal Forum stesso.
Che idea si è fatto lei di questa iniziativa?
A me pare buona. L'unico problema è che occorrerà ancora molto tempo per metterla in pratica. Mi chiedo infatti con quali modalità sarà realizzata, a chi sarà affidata l'organizzazione, con quali limiti, e se questo lavoro sarà preceduto da un dialogo interno al Forum. Queste sono domande aperte. L'altra cosa è che vedo anche una doppia difficoltà.
Quale?
In primo luogo, a differenza dei modelli sviluppati negli altri Paesi europei, dobbiamo costatare che in Svizzera la comunità musulmana è formata da molte famiglie etniche. Il che non facilità le cose perché ognuna esprime diverse esigenze. L'altra difficoltà è che per molte questioni che vorremmo fossero regolamentate la competenza è dei Cantoni e non della Confederazione. Si tratterà dunque di un lavoro lungo e faticoso. Ma penso che sia importante avere una visione per il futuro rivolta alle future generazioni.
Maizar vorrebbe utilizza il termine "Umma" che dal punto di vista della lingua araba vuol dire "tutta la comunità", ma è un termine molto utilizzato dai fondamentalisti per contrapporre il mondo musulmano dall'Occidente. Si tratta di un lapsus, oppure Maizar è in buona fede?
È solo una questione linguistica. Non dimentichiamo che ci sono in Svizzera altre organizzazione, che non fanno farte del Forum Islam, che usano questo termine con l'intento di sottolineare la contrapporsizione. Forse quella di Maizar è era una strategia per recuperare questo termine, per far sì che non diventi appannaggio solo di questi gruppi.
Perché è necessario un "parlamento" islamico?
È necessario che i musulmani si organizzino, come più volte auspicato dallo stesso governo svizzero, dunque si vuole andare nella direzione di una grande consulta all'interno della comunità musulmana svizzera che possa interloquire con le istituzioni svizzere per raggiungere un protocollo che regoli i rapporti tra Stato e islam; ma ben lontano dalla idea dello “Stato nello Stato”. Questo organo deve essere eletto democraticamente in modo che tutti possano essere rappresentati, anche chi non appartiene a nessuna organizzazione. Questo perché chi ne farà parte dovrà essere consapevole che rappresenterà gli interessi di tutti i musulmani, non solo di alcuni.
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