Votazione anti-minareti o anti-Islam?

[Comunicato stampa 25.11.2009]
La Lega dei Musulmani in Ticino (LMT) vuole mettere in guardia e invitare il popolo ticinese a riflettere sulle affermazioni del consigliere nazionale Oskar Freysinger – promotore UDC dell’iniziativa popolare contro l’edificazione di minareti – il quale ha affermato, durante la trasmissione Democrazia Diretta andata in onda Lunedì 16. Novembre sulla RSI LA2, che il problema non sono i minareti, bensì l’Islam.

Dopo essere stato incalzato a più riprese per chiarire la sua posizione, ha quindi ceduto e ammesso che il reale disagio risiede nella religione musulmana stessa. La questione dei minareti era insomma solo un pretesto per un’iniziativa a sfondo di discriminazione religiosa.

L’elettorato svizzero è quindi stato manipolato e chiamato a votare su un’iniziativa mascherata, basata oltremodo sulla disinformazione.

L’assurda affermazione che il minareto sia un simbolo di conquista, di potere o di non-integrazione è nei fatti indifendibile; esso è, al contrario, una componente architettonica distintiva del luogo di culto islamico. Siamo tutti certi che nessun Cristiano ritenga i propri campanili in territori a maggioranza musulmana (o in qualsiasi altra parte del mondo, persino in paesi quali Cina e India) come nessuno dei sopra citati simboli; perché dunque dovrebbe esserlo il minareto?

Uno slogan ricorrente è poi che i minareti non sono indispensabili per un musulmano; ma lo sarebbero forse i campanili per un cristiano? Ambedue le costruzioni sono componenti importanti dei rispettivi luoghi di culto, e servono sopratutto a segnalare la presenza degli stessi, rendendoli riconoscibili senza ambiguità a tutta la popolazione .

Verrebbe da domandarsi se il sig. Freysinger preferisca che i musulmani siano ben identificabili attraverso i loro stessi simboli (dunque facilmente identificabili e monitorabili per evitare improbabili derive di pensiero) o se preferisca, invece, che facciano parte di un qualche “movimento underground”? Cosa ci fa più “paura”, qualcosa che non vediamo, o qualcosa che sta alla luce del sole?

Riguardo la presunta non-conformità delle moschee con la paesaggistica locale, ricordiamo che ci sono studi universitari che mostrano come la costruzione di moschee e minareti è sempre avvenuta seguendo la cultura e l’identità del paese in cui venivano edificate. Per non parlare delle foto pubblicate sul Corriere del Ticino, in cui si vedono chiese e moschee (con rispettivi campanili e minareti) coesistere perfettamente in termini paesaggistici in una stessa città.

Perlopiù il governo e gli esponenti della stragrande maggioranza dei partiti politici hanno più volte ribadito che la legge Svizzera è già munita di tutti gli strumenti necessari per affrontare questo tema; e nello specifico sono: il piano regolatore, le norme dell’edilizia e della paesaggistica, oltre alle disposizioni vigenti sui limiti dell’inquinamento acustico.

Riguardo al principio di reciprocità, diremo che in tutti i paesi a maggioranza musulmana (tranne l’Arabia Saudita, che ha uno statuto speciale molto simile a quello del Vaticano) è ben permessa l’edificazione di chiese o campanili. Se si vuole invocare questo principio dell’occhio per occhio, dente per dente, allora lo si dovrebbe fare con costruzioni finanziate da quest’unico paese.

Rispondendo al sig, Freysinger e ai sostenitori di questa iniziativa, che vedono nell’Islam il “vero” problema, e non nei minareti, diremo che è proprio per rispondere a ogni domanda, per accettare ogni critica e per costruire ponti su cui dialogare, che la LMT fa parte del forum di dialogo inter-religioso (FODINT); piattaforma alla quale i promotori di questa iniziativa non hanno mai partecipato, rendendo palese il loro totale disinteresse verso la materia stessa.

Questa campagna diffamatoria ha purtroppo già portato i suoi frutti, con il recente attacco xenofobo contro la moschea di Ginevra: un fatto infame, passato nella quasi piú totale indifferenza, che ha segnato il passaggio dalla violenza verbale a quella fisica; in un paese in cui fino ad allora - ringraziando Dio - nulla di grave era mai accaduto.

Pertanto lanciamo un appello a tutte le autorità religiose, agli intellettuali e ai politici di questo nostro paese, a prendere posizione e condannare con decisione quest’atto d’intolleranza senza precedenti; un atto ingiustificabile per una società civile, multiculturale e multi-religiosa come la nostra, che porta solo a turbare la pacifica convivenza tra tutti i cittadini, siano essi svizzeri e non, siano essi di qualunque credo religioso.

I 350'000 cittadini di religione musulmana – di cui oltre 60'000 svizzeri - sono cittadini con gli stessi diritti e doveri del resto della popolazione, e, allo stesso modo di come loro stessi rispettano la maggioranza e tutte le altre minoranze presenti sul territorio, richiedono altrettanto (e non di essere “tollerati”, siccome osservano e rispettano tutte le leggi vigenti sul territorio),

Per questo nostro paese (il paese depositario delle Convenzioni di Ginevra, dove ha sede il Consiglio dei diritti umani, il paese riconosciuto internazionalmente come mediatore in situazione di conflitti tra paesi terzi, questo paese visto come tollerante e come esempio da imitare) sarebbe veramente un enorme passo indietro se alla nostra lista degna di lode dovesse aggiungersi il triste primato di primo paese al mondo ad inserire nella costituzione un articolo discriminatorio verso una sola religione.

Comunque la Svizzera è un paese sovrano e lo vuole rimanere, pertanto non si deve inchinare alla paura di ricatti o ritorsioni da paesi terzi, non deve cedere a logiche di mercato discutibili, o a fantomatiche minacce. Purtroppo, alla luce delle rivelazioni dei promotori dell’iniziativa, i quali invece di voler votare sui minareti, hanno promosso una votazione sull’Islam, siamo costretti ad invitare i cittadini votanti a questa giustificabile riflessione personale:

Dato che la descrizione di cosa sia l’Islam si trova solo e soltanto nel Corano, e visto che una parte della popolazione voterà sull’Islam (invece che sui minareti), allora ci chiediamo: possiamo davvero affermare di non aver compiuto un’ ingiustizia nel votare contro la religione di una comunità (sempre fedele alle leggi svizzere) della quale non possediamo neanche una copia tradotta del loro testo sacro nella nostra libreria? Possiamo davvero sostenere a testa alta che le conseguenze che ci pioveranno addosso dal resto del mondo non siano il frutto di una nostra stessa decisione, presa forse troppo frettolosamente, in un clima emozionale e quasi di paura, magari non sufficientemente ponderata?


Ricordiamo che la Svizzera è uno Stato di Diritto, dunque deve proteggere tutte le sue minoranze che obbediscono alla Legge. Pertanto solo chi ha intenzione di compiere un’ingiustizia, dovrebbe valutarne prima le conseguenze; mentre chi sostiene e pratica la giustizia non dovrà mai cedere a nessun ricatto (sia esso di natura economica o d’immagine).

Con questa lettera aperta, vogliamo invitare tutto il popolo svizzero, e soprattutto quello ticinese, ad andare votare con propria coscienza sulla validitá della modifica della costituzione svizzera, e precisamente sul merito al divieto o no di edificare minareti; e successivamente di venire a trovarci, interrogarci e confrontarci su tutti i temi riguardanti l’Islam e i musulmani che piú gli stanno a cuore.

Preghiamo che il 29 Novembre sia un giorno di festa per il popolo e che la pace regni sovrana su tutti noi, qualunque sia il verdetto finale.

Con la più grande stima e l’augurio di Pace.



La Lega dei Musulmani in Ticino.

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