Samir Jelassi: «È Erdogan a ispirarsi ai tunisini»
Samir Radouan Jelassi |
È figlio di un sindacalista tunisino a lungo perseguito con la sua famiglia a causa delle sue idee e, anche lui, ha dovuto fuggire dal suo Paese per mancanza di libertà. Samir Jelassi Radouan è imam e ricercatore all’Università della Svizzera italiana, ed è sotto questa ultima veste che ha accettato di parlare dell’imminente voto nel suo Paese.
Come vivete la vigilia di queste elezioni?
Con una grande speranza. Queste elezioni democratiche e pluraliste sono il primo frutto della primavera araba che è iniziata proprio nel nostro Paese. Oggi in Tunisia si respira un’atmosfera di democrazia e di libera scelta.
Molti temono che il Paese finisca in mano agli islamisti che lo trasformeranno in uno Stato islamico.
Questa era un argomento in voga ai tempi di Ben Ali ed altri dittatori che lo usavano come spauracchio per giustificare la repressione e la sopravvivenza di regimi corrotti e totalitari, chiudendo le porte alla vera democrazia ed alla libertà dei loro popoli. Secondo molti osservatori non ci sarà una svolta islamista. Il popolo tunisino è pacifico, come dimostra la sua rivoluzione. Anche il principale partito islamico, Ennhadha, ha un’apertura grande, ha una cultura del rispetto e della convivenza con gli altri. I suoi dirigenti hanno dato garanzie rispetto a questi argomenti, infatti la maggior parte dei tunisini vede quel partito islamico come gli italiani vedevano la ex-DC, ossia un partito politico con ispirazioni religiose.
Quali garanzie hanno dato?
Si nota che da tanti anni il partito islamico ha lavorato con altre formazioni democratiche per formare un unico fronte democratico. L’altra vera garanzia è data dalla tradizione stessa della Tunisia. Non dimentichiamo che in Tunisia c’è una grande e lunga tradizione di convivenza dove altre comunità religiose, come quelle ebrea e cristiana, hanno potuto vivere in pace.
Qualcuno sostiene che Ennhadha si ispira al partito di ispirazione musulmana di Erdogan. È vero?
È il contrario. Erdogan non ha fatto altro che mettere in pratica ciò che i musulmani tunisini teorizzavano ma che, a causa del regime, non potevano realizzare. Visto il grande successo della ricetta tunisina nella Turchia di Erdogan, non vedo motivi per cui non possa funzionare nella Tunisia stessa. Spero che questo paese che ha dato il via alla primavera araba, offra anche un modello di vera democrazia, di convivenza e di libertà.
di Luca Fiore
20.10.2011
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