Tunisia - Approvato primo articolo Costituzionale

[Giornale del Popolo, 29.03.2012]  

Qui sotto trovate l'articolo del Giornale del Popolo del 29 Marzo 2012, nella seconda parte c'è anche l'estratto della intervista con Sheikh Samir, (la parte in rosso é quella tolta dall'articolo finale senza il suo consenso)

di Maria Acqua Simi

La Tunisia resterà «uno Stato libero, indipendente e sovrano, che ha l’islam come religione di Stato, l’arabo come lingua ufficiale ed è una Repubblica». Questa la decisione della Commissione incaricata di rivedere la Costituzione tunisina e che ha confermato l’articolo 1 sulla laicità nella forma voluta già nel lontano 1959 da Habib Bourghiba. La conferma dell’impostazione laica è un sospiro di sollievo per molti, viste le recenti manifestazioni, affollatissime e non tutte pacifiche, perché venisse introdotta la sharia nel testo costituzionale. Manifestazioni spesso organizzate dalle frange salafite tunisine. Cortei in piazza, tensione alta con i poliziotti e scontri nelle strade non sono mancati in queste settimane da parte dell’ala radicale. Ma, almeno apparentemente, il partito al potere dopo la rivoluzione dello scorso anno che portò alla cacciata di Ben Ali dal Paese, Ennahda, non ha ceduto alle pressioni fondamentaliste e ha ribadito l’impostazione laica. Il che ha un risvolto anche economico: Ennahda non ha mai fatto mistero di voler infatti rilanciare il turismo e una svolta in senso integralista avrebbe compromesso i piani in tal senso. 
Lo conferma anche Noureddine Slimane, tunisino ma residente in Ticino da anni e stretto collaboratore del Ministero del Turismo in Tunisia. «Per noi il turismo è una risorsa fondamentale, ma certe immagini distorte spesso frutto delle strumentalizzazioni dei media occidentali ci sono costate care. L’anno scorso c’è stato un calo del 60% degli ingressi nel settore turistico. Per noi questo è molto penalizzante». Per questo, Slimane ne è certo, «l’aver ribadito la laicità della Costituzione è un bene. E i tumulti causati dai salafiti sì, ci sono. Ma nel giro di un paio di mesi tutto andrà a posto».

 
Parla l’imam di Lugano


 
Un parere autorevole, e positivo, sulla nuova Costituzione tunisina arriva anche dall’imam di Lugano Jelassi 
Radouan Samir. «Questa scelta del Governo è buona e forte, perché tranquillizza tutti i tunisini. Del resto la Tunisia è un modello unico: è una terra aperta alle grandi scuole di pensiero islamico. E la corrente moderata, che è moderna ma fedele ai precetti islamici, si sta spontaneamente imponendo». Jelassi, pur nel giudicare positivamente i risvolti del «primo Paese da cui è partita la primavera araba e dove l’esperimento democratico sta funzionando, invece di un futuro oscurantista più volte sbandierato alla stampa come un ritornello ereditato del passato regime», non manca di sottolineare due aspetti non semplici. Il primo sono le diverse interpretazioni della sharia, frutto delle diverse correnti islamiche presenti in Tunisia. «In molti tendono a pensare alla sharia come qualcosa di esclusivamente negativo. Il pubblico occidentale non conosce gli aspetti positivi che invece ha. Per esempio il rispetto delle minoranze religiose – come in Tunisia dove c’è una minoranza ebraica perfettamente integrata – è contenuto anche nelle regole della sharia», spiega. Si dice «sereno» anche rispetto «a certi gruppi minori, estremisti religiosi e laici , che ancora non si sono decisi a lavorare per il bene della Nazione» e che fraintendono l’uso della religione. «La religione è un bene per il Paese, una ricchezza e un’educazione», aggiunge. «Di fronte al nostro Paese che ha sofferto tanto, e a certe categorie del popolo che ancora oggi soffrono per la crisi e la mancanza di lavoro, questi gruppi dovrebbero lasciar perdere i toni violenti e le critiche non costruttive e lavorare per il bene comune». Un punto dal quale ripartire c’è, chiosa Jelassi. Ed è la questione culturale. «C’è un grande vuoto culturale oggi in Tunisia, frutto della dittatura di Ben Ali. Non ci sono intellettuali preparati, sapienti dell’islam, e questo vuoto culturale è un pericolo, perché ha lasciato spazio a giovani impreparati che si lanciano in interpretazioni del Corano o della legge superficiali. La Tunisia ha quindi oggi una grande responsabilità: riprendere in mano quella grande tradizione tunisina di lettura illuminata, moderna e fedele alla religione islamica, rappresentata da una delle piú antiche istituzioni islamiche, la famosa Università di Zaytuna ».


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lmticino@yahoo.fr

Comments

  1. Assalamu Alaykum, sul primo articolo siamo tutti d'accordo.

    Mi ricorda una vignetta di qualche anno fa pubblicata sul Manifesto:

    un tizio dal palco: PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!!!

    e dalla folla:
    - CERTO!
    - COME NO!
    - SIAMO QUI!
    - NON ASPETTIAMO ALTRO!
    - SICURO!
    - NON MANCHEREMO!

    morale: l'articolo 1 è il più facile... aspettiamo il 2,3,4,5,6...

    Anche sulle grandi "feste" sono piuttosto scettico; mi ricordano un'altra vignetta:

    FESTIVAL DELL'UNITA'

    - compagni, quest'anno abbiamo venduto 10000 Unità!!! (il giornale)
    - compagni, quest'anno abbiamo venduto 10000 salsicce!!!
    - compagni, il prossimo anno stamperemo su carta oleata !!!

    ***
    Due domande:
    1.che cos'è che ci spaventa tanto della sharia?
    2. che cos'è che ci piace tanto della laicità?

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  2. Assalamu Aleikom. Ok, un po' di sarcasmo ogni tanto ci vuole. Inoltre spero che qualcuno risponda alle tue domande, perché a me suona retorica, ma ad altri sicuramente no ;)

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