Divieto di circoncisione - articolo GdP


Assalamu aleikom, qui sotto riportiamo l'articolo con i commenti del Presidente Slaheddine e del rappresentante della comunità ebraica sul tema della circoncisione
 
di Marija Miladinovic, Giornale del Popolo, 25.07.2012
 
Divieto di circoncisione, GdP del 25.07.2012
 
Ebrei e islamici non ci stanno
Divieto di circoncisione: «Ci ribelliamo»
 
 
Malgrado a livello politico la bufera su questo tema non sia ancora scoppiata, la sospensione della pratica della circoncisione al Kinderspital di Zurigo sta rimbalzando da un giornale all’altro da giorni. Tutto è cominciato con una sentenza della Corte d’appello di Colonia, in Germania, secondo la quale l’asportazione del prepuzio per motivi religiosi è un delitto perseguibile penalmente. A seguito di questa notizia, l’ospedale pediatrico di Zurigo ha reso nota la decisione di interrompere temporaneamente la pratica. Il nosocomio, attraverso il portavoce Marco Stücheli, ha spiegato di voler valutare se sia possibile continuare a giustificare la pratica della circoncisione su bambini troppo piccoli per dare il loro consenso. Decisione questa, presa nonostante il Parlamento abbia appena adottato una norma penale più restrittiva contro le mutilazioni genitali, escludendo, nella stessa sede, la circoncisione da questa definizione. Anche gli ospedali di Berna e San Gallo stanno ora valutando il comportamento da attuare; mentre il CHUV di Losanna, come pure la Clnica pediatrica universitaria dei due Cantoni di Basilea (UKBB) continueranno con le pratiche.
Per capire meglio cosa rappresenta dal punto di vista spirituale la circoncisione per un fedele, abbiamo chiesto un parere sulla vicenda al portavoce della comunità ebraica ticinese, Elio Bollag e al presidente della Lega dei musulmani in Ticino, Slaheddine Gasmi.

«Intervento sull’identità»
La pratica della circoncisione viene fatta da tremila anni e «non ci sono motivi per sconvolgere questa tradizione», spiega Bollag. Si tratta di un atto volto a simboleggiare il patto tra Dio ed il popolo ebraico, che non procura nessun danno né per i bambini, né tanto meno per le persone adulte, continua Elio Bollag. «Non è una polemica nata sulle orme del sentito tema dell’infibulazione femminile (che non ha nessuna provenienza religiosa ma, al massimo, un’ oscura tradizione tribale indirizzata alla sottomissione della donna) con la quale non ha nulla a che vedere». Il prepuzio è una parte del corpo non indispensabile, tuttavia, «così come l’imperfetto animo umano – continua il portavoce – ha la necessità di essere “corretto” e reindirizzato, anche il corpo, dal punto di vista della fede ebraica, ha bisogno di questa piccola modifica, paragonabile ad una vaccinazione, per essere perfetto». Proibire la circoncisione vorrebbe quindi dire «intervenire sull’identità fisica e spirituale di un ebreo», conclude Bollag.

Un divieto pericoloso
«Gli attacchi alla fede avvengono sempre più frequentemente – ci dice Slaheddine Gasmi – e qui stiamo parlando proprio di una pratica di fede». La criminalizzazione della circoncisione è al pari di un attacco al taglio dell’ombelico, aggiunge Gasmi. «Privare i credenti di questa pratica potrebbe portare solo alla diffusione clandestina della stessa, e questo perché è un atto di fede e di sentimento e non verrà abbandonato nonostante i divieti». La parola araba che definisce la circoncisione tradotta letteralemente in italiano vuol dire “purificazione”, come spiega il presidente della Lega dei musulmani, e non ha mai arrecato danni. «Questa polemica, ripresa spesso a sproposito, si placherà probabilmente da sola – aggiunge – a meno che non venga strumentalizzata da alcune fazioni politiche per combattere improbabili battaglie in vista dei prossimi appuntamenti elettorali».

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