Blasfemia: Libertà di provocazione? - intervista GdP all'imam Jelassi
FILM BLASFEMO Jelassi: "Basta violenze, ora ci si confronti nel dialogo"
"Sulle proteste pesa l'eredità dei regimi caduti"
GdP, 21.09.2012 |
intervista di Maria Acqua Simi all'imam Samir Radouan Jelassi
Giornale del Popolo, 21.09.2012
L'attentato in Libia, dove è morto l'ambasciatore americano Chris Stevens, è stato un attacco mirato rivendicato da una milizia legata ad al Qaida. Ma si tende a inserirlo nel contesto delle proteste, violente e diffuse, per il film blasfemo prodotto negli USA su Maometto. Un film peraltro sconosciuto, diffuso da non si sa chi sul web, proprio in concomitanza dell'11 settembre... Perché?
Nessuno finora conosce di preciso quali siano i veri motivi, quali meccanismi geopolitici si nascondono dietro questi avvenimenti tragici. L’unica cosa chiara è che l’omicidio dell’ambasciatore Stevens è condannato con fermezza dall’Islam. Riguardo al film denigratorio nei confronti del Profeta dell’Islam, secondo me non ha nessun gusto e il suo unico obbiettivo sembra chiaro, ovvero creare il conflitto tra le culture, siccome non arricchisce la cultura umana e non possiede la minima qualità, fosse essa almeno artistica. Inoltre anche io mi chiedo perché proprio in questo momento, proprio dopo che la Primavera Araba ha fatto avvicinare l’Occidente e il nuovo mondo islamico.
L'imam americano dell'Arizona, Usama Shami, ha dichiarato che i Governi dei Paesi coinvolti dalle proteste "lasciano fare" per distrarre il popolo dai problemi reali della politica interna. Questa è anche la convinzione di uno dei leader (musulmani) di piazza Tahrir [veda articolo allegato, uscito oggi sul GdP]. La ritiene una considerazione plausibile?
È una interpretazione. È vero che il mondo islamico durante un lungo periodo è stato guidato da regimi con questa politica che mira a distrarre la popolazione al fine di non reclamare la libertà, la democrazia, la giustizia sociale e con lo scopo di non risolvere i problemi della povertà, della corruzione nel sistema politico e della carenza nello sviluppo scientifico.
Questi paesi sono ancora in uno stato di “convalescenza”, ci vuole ancora un po’ di tempo e coraggio per uscire dalla pesante eredità dei regimi recentemente caduti.
Lei sostiene che sia legittimo manifestare il proprio dissenso nei confronti di un video che viola la sacralità di Maometto. Oggi in Mali i salafiti hanno distrutto un altro mausoleo caro ai sufi. Nessuno ne ha parlato. Nessuno ha protestato. Allo stesso modo, l'altro giorno al Cairo sono state bruciate in piazza delle copie della Bibbia e quotidianamente i cristiani subiscono attacchi, ma da parte cristiana non si sono avute reazioni violente per questo. E`giusto che le proteste siano a senso unico? E' convinto che andare in piazza a protestare (anche pacificamente) sia una soluzione efficace?
Ma chi ha detto che i sapienti musulmani non stanno denunciando questi comportamenti sbagliati? Il problema qui è che nessuno parla di questo, nessuno riconosce ai saggi dell’Islam questo ruolo e questo impegno coraggioso. Nello stesso momento si giudica negativamente tutto l’Islam, solo per colpa di questi atti deprecabili commessi da una minoranza isolata. Alla fine il mondo si ricorda solo di queste brutte immagini, pensando che questa sia la realtà dell’Islam. Voglio sottolineare che l’Islam viene male interpretato e usato da certi gruppuscoli per altre finalità di natura politica e demagogica, tutto questo ha portato a danneggiare la vera immagine dell’Islam e ha causato una sofferenza ai suoi fedeli.
Le proteste pacifiche sono un diritto garantito a tutti, perciò non devono essere a senso unico e nemmeno per una sola categoria. Le proteste attirano l’attenzione su una problematica sentita e devono essere portatrici di un messaggio costruttivo. Anche i cristiani possono difendere i loro valori con manifestazioni in modo pacifico e civile. Nella nostra storia contemporanea nessuno può negare il ruolo efficace delle manifestazioni durante la rivoluzione francese, oppure durante i movimenti per i diritti civili negli Stati Uniti.
Non sarebbe preferibile il dialogo costruttivo tra le parti, come suggerito dal papa in Libano due giorni fa?
Nessuno nega l’importanza vitale del dialogo e della sua utilità per la Pace Mondiale, solo che bisogna concretizzarlo tramite una cultura di rispetto reciproco, di rispetto all’essere umano, alla sua dignità e alla sua libertà religiosa.
I violenti scontri anti-americani di questi giorni non hanno lasciato immune la Tunisia, dove le sedi diplomatiche americane sono state prese d'assalto. Washington ha dovuto evacuare tutto il personale dal Paese (lo stesso è accaduto in Sudan). Eppure, in Tunisia (come in Egitto) si sperava in una svolta democratica dopo la primavera araba. Cosa ne pensa?
Come si può ben notare, tutto il mondo islamico si sente ferito perché è stata toccata la sacralità del Profeta Muhammad, l’uomo più amato e seguito da oltre un miliardo e mezzo di persone.
Manifestare la propria disapprovazione è un diritto garantito , ma deve essere fatto senza violenza e disordine, se no finisce solo per rovinare la vera immagine dell’Islam.
Purtroppo i famigerati “black blocks” ci sono sia qua in Occidente che dappertutto, incluso il mondo arabo.
Ci fa soffrire vedere questa violenza e la condanniamo senza riserve, ma la domanda che ritorna sempre è “chi o cosa ha causato tutto questo, se non quel film?”. Ragioniamo un attimo. In ogni caso, tutto questo non è un buon segno e vuol dire che c’è ancora molto lavoro da fare su tutti i fronti: Nel mondo arabo islamico, appena uscito da questi regimi dittatoriali, si deve lavorare per curare questi sentimenti di frustrazione e risentimento oltre al fenomeno della violenza, un lavoro a carico dei sapienti dell’Islam. Sull’altro fronte, ai leader e agli intellettuali del mondo occidentale, si impone la responsabilità di fermare la tendenza al razzismo e alla discriminazione, considerati fenomeni che minacciano le democrazie occidentali.
Probabilmente sabato prossimo si terrà a Berna una manifestazione dei musulmani svizzeri in favore del profeta Maometto. Lei ha detto di ritenerla un'iniziativa opportuna, pur se svolta con responsabilità e senza disordini. Intende partecipare? Cosa ha da dire ai promotori dell'iniziativa?
Io non parteciperò a questa manifestazione, anche se sono profondamente disturbato dal fatto che oggi ci siamo allontanati dai problemi di fondo, che sarebbero capire il concetto della sacralità nelle altre culture e religioni e stabilire le regole della libertà di espressione, mentre oggi discutiamo solo degli episodi negativi che hanno accompagnato alcune manifestazioni,
Mi appello ai musulmani della Svizzera di comportarsi con saggezza e con responsabilità, mentre al mondo occidentale chiedo di cercare di capire il motivo di questa frustrazione. Non sarà l’occasione di cercare di conoscere chi fosse stato in realtà Muhammad?
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