Italia: False accuse di terrorismo per il giovane Anas El Abboubi. Scarcerato.
«Non è un terrorista»
Torna libero il 21enne
fonte: Bresciaoggi.it, 29.06.2013
IL CASO. La decisione è stata presa dal Tribunale del Riesame di Brescia a cui si erano rivolti i due legali di Anas El Abboubi, residente da anni a Vobarno.Il giovane era stato arrestato il 12 giugno dalla Digos di Brescia, sulla base di indagini condotte con il Servizio Centrale Il giovane era stato arrestato il 12 giugno dalla Digos di Brescia, sulla base di indagini condotte con il Servizio Centrale
Svolta nella vicenda giudiziaria in cui è rimasto coinvolto Anas El Abboubi, il marocchino 21enne che il 12 giugno scorso era stato arrestato con l'accusa di terrorismo dalla Digos della Questura di Brescia e dal Servizio centrale. Il Tribunale del Riesame di Brescia ha disposto la sua scarcerazione accogliendo pienamente la tesi difensiva degli avvocati Nicola Mannatrizio e Giovanni Brunelli. Anas El Abboubi abita a Vobarno, lì nei giorni scorsi è stato arrestato dalla polizia. Pesantissime le accuse portate a suo carico e riportate nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
PROPRIO due giorni fa El Abboubi è stato trasferito nel carcere di Rossano Calabro da dove ieri è stato invece rimesso in libertà. L'avvocato Nicola Mannatrizio, con riferimento all'ordinanza del riesame che dispone la scarcerazione, spiega che «dal punto di vista della condotta non è stato assolutamente configurabile l'elemento oggettivo dell'addestramento. Per quanto poi riguarda il concetto di fornire istruzione, non è mai avvenuto perchè il video mandato era un video con sole scene di guerriglia. Non c'era quindi reato». E la questione dei sopralluoghi virtuali. «Si tratta di luoghi che il ragazzo frequentava. Andava a prendere il pulllman che lo riportava a Vobarno. La semplice visione di questi posti non può costituire un reato da antiterrorismo». L'avvocato Giovanni Brunelli da parte sua ha spiegato che «il tribunale del Riesame ha ritenuto non integrato da un punto di vista oggettivo, il reato di addestramento con finalità di terrorismo, in particolare ha ritenuto che la semplice visione senza alcun salvataggio, senza alcuna annotazione di file ritraenti il confezionamento di bombe, piuttosto che di altri aspetti che potessero essere ritenuti di allarme sociale non integra i presupposti dell'addestramento passivo». In queste ore sono arrivate per Anas el Abboubi, buone notizie anche sul fronte scolastico: «Alla fine del mese di agosto potrà sostenere l'esame alla Scuola bottega. Si tratta di un esame orale per ottenere la qualifica di perito elettronico. Era una richiesta che il nostro assistito aveva avanzato sin dall'interrogatorio di garanzia». E c'è chi chiede sin d'ora se si può già parlare di danni da risarcire. «In questa fase - spiega uno dei legali - non è possibile ancora chiedere una riparazione per ingiusta detenzione. Il presupposto è che venga emessa una sentenza d'assoluzione, ma ove anche nei gradi di giudizio o di merito venga confermata l'insussistenza della penale responsabilità del nostro assistito, chiederemo una riparazione per ingiusta detenzione con richiesta anche di risarcimento dei danni collaterali per una vicenda che segnerà profondamente il nostro assistito per tutta la sua esistenza». Una situazione che sembra comunque profilarsi come piuttosto differente rispetto a quella in cui è stato coinvolto Mohamed Jarmoune, altro giovane marocchino arrestato dalla Digos e già condannato a 5 anni e 4 mesi.
N.B. Un altro caso simile a quelli descritti dall'avvocato Corbucci
Aggiornamento del 04.07.2013
Anas El Abboubi dichiara sul suo profilo facebook il 04.07.2013:
Al hamdulillah che sono uscito innocente da queste pesanti accuse,quasi insensate costruite a tavolino per incastrarmi,non potrei mai pensare di nuocere nessuno, ho applicato la mia religione ovunque andassi e ho sempre discusso le mie idee con chiunque senza mai nascondere nulla, ringrazio molto tutte le persone che mi hanno conosciuto per la mia realtà, musulmani e non musulmani, che hanno sentito un peso di tristezza sul loro petto nei miei confronti e che sono la prova del detto di "chi fa il bene trova il bene".
L'infermiera del carcere quando mi ha visto e gli ho raccontato le mie vere intenzioni, che erano solo quelle di predicare ciò che io stesso imparavo dalla mia religione ha voluto piangere, dicendomi "ma tu sei qui per questo reato e sei ancora piccolo".
Non ho ne posizione da Imam ne da leader,condividevo solo opinioni personali,e guardate in cosa mi hanno trasformato.
Il mio blog Sharia4Italy parla solo della banca Islamica,un tema molto discusso in questi ultimi tempi dove io ho voluto far capire ai non musulmani che il sistema monetario islamico non utilizza l'interesse e che potrebbe essere una buona soluzione per l'economia del paese, non c'è alcun discrimine razziale o religioso, non mi abbasso al livello di discriminare le razze o le religioni altrui.
La Pagina Bruciamo il corano, cos'è? come possiamo chiamarla?
il suo Admin non viene ne indagato ne condannato dalla stessa legge con qui mi hanno voluto condannare. (1600) persone favoreggiano slogan razzisti e violenti contro una religione che conta 2 miliardi di fedeli non è discrimine religioso questo?
o è "libertà di espressione"?
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