Articolo sul sermone dell'imam Jelassi sulla votazione anti-burqa - CdT del 24.09.2013

Quel sermone di fuoco prima del voto 
Nelle parole dell’imam Jelassi del centro di Viganello un invito a rispettare le leggi non privo di accenni polemici

Fonte: Corriere del Ticino, 24.09.2013


CdT del 24.09.2013
«Difendiamo l’Islam col nostro com­portamento ». All’indomani del voto che ha decretato l’iscrizione nella Co­stituzione ticinese del divieto del burqa, il mondo islamico di casa nostra sem­bra volersi
attenere alle parole pronun­ciate nel centro islamico di Viganello dall’Imam Samir Jelassi nel corso di uno degli ultimi sermoni del venerdì prima del voto, quello del 13 settembre. Un sermone, come vedremo, che invita alla calma e al rispetto delle leggi, ma che non manca di forti accenti polemi­ci: chi ha portato avanti questa battaglia «ha idee strane ed estreme» ed è anche un poco «ignorante» (nel senso etimo­logico della parola: ignora che cosa sia l’Islam). Prima di addentrarci in quel discorso va ricordato che anche chi si era pronunciato per un doppio no (sia all’iniziativa di Ghiringhelli, sia al con­troprogetto), prova a riprendersi dal colpo proponendo strategie e iniziative di varia natura. L’avvocato Paolo Ber­nasconi, per esempio, annuncia che se l’assemblea federale dovesse avallare la decisione del popolo ticinese, alla pri­ma multa comminata a una donna ve­lata verrà interposto ricorso al Tribuna­le federale e, in ultima ratio, alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Stra­sburgo (che è già chiamata a pronun­ciarsi sulla legge francese per la stessa ragione).

Burka vietato, Burka-smog permesso
Nella pagina Facebook della Lega dei musulmani in Ticino si legge invece che per Amnesty International (promotrice del doppio no, assieme a Human Rights Watch) «l’esito del voto è contrario ai diritti umani e alla Costituzione svizze­ra, è ora necessario promuovere pro­getti per incoraggiare la partecipazione femminile alla vita sociale e politica del Cantone». E si aggiunge che «anche la reazione delle donne musulmane del Ticino non si è fatta attendere, infatti hanno dichiarato che in segno di prote­sta indosseranno l’hijab con una ma­scherina contro lo smog e occhiali da sole». Nei prossimi giorni vedremo se e come la singolare forma di protesta re­sterà una provocazione estemporanea oppure verrà strutturata con una gran­de manifestazione pubblica.


Queste, quindi, le prime reazioni a cal­do dei musulmani e di chi non voleva il divieto del burqa. La linea della comu­nità islamica, comunque, era stata det­tata nei giorni scorsi dall’imam della Lega dei musulmani in Ticino, Samir Jelassi, nel corso di un’appassionata predica del venerdì in moschea. Il do­cumento che abbiamo visionato sul sito della Lega dei Musulmani (http:// lmticino.blogspot.ch/) mostra un vi­deo nel quale il religioso si indirizza ai fedeli dopo la preghiera del venerdì. La prima parte dell’omelia è pronunciata in arabo, la seconda in italiano. Questi «sono giorni di grandi polemiche, c’è la votazione sul burqa», dice Jelassi. «Come se tutte le strade, le case e i quartieri (in Svizzera e in Ticino) fos­sero pieni di burqa». Il problema, os­serva, è «inventato e pieno di manipo­lazioni ». La campagna, aggiunge, è fatta sul sentimento di paura verso l’I­slam e i musulmani. «Questo ci fa male perché quelli che dicono di credere nei diritti umani vanno contro la nostra li­bertà personale. Dov’è (il rispetto dei) diritti umani – si chiede retoricamente l’imam – nei confronti di cittadini di questo Paese che lavorano, rispettano le leggi, pagano le tasse?» Poi giunge il momento della vis polemica. «Queste discussioni – osserva Jelassi – creano l’odio e finiscono col danneggiare l’im­magine della Svizzera. La Svizzera, ag­giunge, non è questa. Queste sono idee strane ed estreme». L’Islam, si accalora, è una religione che ha contribuito tan­to allo sviluppo dell’Europa ed è «at­taccata da ignoranti. Lo dicono i ricer­catori, le persone sagge che hanno un cervello, sono obiettive e conoscono bene la storia dell’Europa». Che fare di fronte a una simile situazione? Sempli­ce: «Dobbiamo solo essere veri musul­mani, comportarci con pazienza, sag­gezza, fede in Allah». Anche perché, a dire di Jelassi, «più l’Islam è attaccato, più gente entra nell’Islam». Se ha ra­gione lui, quella di Ghiringhelli è quin­di solo una vittoria di Pirro.

C.S.

Fonte e copyright: Corriere del Ticino, 24.09.2013




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