Intervista all'imam Jelassi sulle violenze in Medio Oriente - GdP

"L'estremismo islamico non ha ragione di esistere"
di Gregorio Schira
Fonte: Giornale del Popolo del 22.11.2013

Appello ai moderati 
In un editoriale apparso negli scorsi giorni sul GdP, il direttore Claudio Mésoniat faceva suo l’appello lanciato da padre Piero Gheddo il giorno prima. Una richiesta ai musulmani moderati a protestare per i crimini commessi nel mondo in nome dell’islam. Sono sempre di più, infatti, gli attacchi compiuti da questi estremisti contro le comunità cristiane nel mondo. «Non si può più tacere», scriveva Gheddo.  E il nostro direttore gli faceva eco, titolando il suo editoriale: «Islam moderato, batti un colpo».

Giornale del Popolo, 22.11.2013
Imam Jelassi, in un suo recente editoriale il direttore del GdP ha fatto sue le parole di padre Piero Gheddo  e ha lanciato un appello ai musulmani moderati a condannare le violenze perpetrate da estremisti islamici in vari Paesi del mondo. Come reagisce?
Comprendo e condivido l’appello di Mésoniat. La sua è una preoccupazione valida. Noi stessi, come musulmani, viviamo con dolore questi episodi di violenza. Li viviamo con dolore e non li capiamo. Perché vanno contro i principi e i valori della nostra religione. Oggi, purtroppo, ci siamo abituati a sentir parlare di morti, di attentati, di kamikaze. L’essere umano, nel mondo di oggi, sembra non avere più nessuna importanza. Ma questi non sono i valori dell’islam. Ecco perché non capisco ciò che sta accadendo. È veramente molto strano, e mi porta a pormi alcune domande. Chi sta facendo tutto ciò? E per quale motivo?
Condivido in pieno, lo ripeto, l’appello del direttore del Giornale del Popolo. Non dobbiamo soltanto, come proposto da padre Gheddo, creare «associazioni e gruppi musulmani per condannare le violenze» ma dobbiamo andare oltre. Bisogna che si muovano anche i grandi Paesi. Bisogna creare un centro di ricerca a livello internazionale, che approfondisca la questione e capisca da dove proviene questo odio.
In questo parlo anche a nome della mia comunità. Noi non capiamo più niente. Non capiamo chi sta commettendo queste atrocità, questi crimini in nome di Allah. Questo non significa che stiamo in silenzio, che non vogliamo condannare ciò che accade. Siamo sotto shock, siamo pieni di dubbi, non capiamo. Un musulmano vero, che segue le regole dell’islam, non può commettere atti come quelli che stiamo vedendo. Non è possibile che oggi noi stessi musulmani dobbiamo aver paura a viaggiare in certi Paesi. Eppure è così, perché non sappiamo chi sta manipolando le masse, chi sta provocando, chi sta organizzando tutto ciò.




Come agire, quindi?
Rinnovo il mio appello ai grandi saggi e agli intellettuali anche del mondo occidentale ad essere vicini ai musulmani che seguono un islam moderato. Si tratta della maggioranza del mondo islamico e soprattutto della comunità islamica in Europa e in Ticino. Siamo noi a seguire l’islam nella sua versione originale, pura. E siamo noi i primi ad essere colpiti e shockati da queste cose. Pensiamo un attimo: per 14 secoli musulmani, cristiani, ebrei hanno vissuto gli uni accanto agli altri. Oggi questo non sembra più possibile. Eppure, se l’islam avesse come suo obiettivo quello di elminare chi la pensa diversamente, ciò sarebbe già avvenuto da tempo in quei Paesi in cui i musulmani sono la grande maggioranza. Non è successo in 14 secoli, accade ora. Ma chi sta facendo tutto ciò non ha capito nulla dell’islam.

O utilizza l’islam a scopo politico…
Più che politico. Si tratta di movimenti, tendenze, gruppi ideologici. Forse anche pagati o manipolati. La cosa non è molto chiara. Qui c’è qualcuno che vuole portare il caos nel mondo, che crea la guerra per approfittarne. Quelli a cui stiamo assistendo sono atti compiuti con lo scopo di creare il dubbio e l’odio nei confronti degli altri.


Oggi vediamo che, laddove questi crimini sono in grande aumento, sono saliti al potere o stanno cercando di farlo i salafiti e i Fratelli musulmani. Sono loro, quindi, i registi di tutto ciò?
Io vado più in là. Non si tratta solo di salafiti o Fratelli musulmani. Oggi c’è una miscela di tendenze, di gruppi di interesse, che sono pronti a manipolare la gente per raggiungere i propri obiettivi. E questo è possibile perché la gioventù, nei Paesi musulmani, non ha avuto un’educazione religiosa corretta (e di questo sono responsabili i vecchi regimi crollati in questi anni). Questa è stata una grandissima mancanza, perché al momento in cui i giovani cominciano a porsi alcune domande o a interessarsi di religione finiscono per trovare (o credere di trovare) ciò che cercano in certe tendenze.

È di settimana scorsa uno studio che mostra come in Svizzera vi siano almeno una cinquantina di estremisti islamici pronti a combattere e alcune migliaia di simpatizzanti con le loro idee. Dobbiamo preoccuparci?
Grazie a Dio abbiamo in Svizzera una comunità musulmana a maggioranza pacifica. C’è, di certo, una minoranza estremista, ma la mia speranza è che questa minoranza non riesca a trasmettere il “virus” agli altri. Come fare perché ciò non accada? Bisogna lavorare insieme, noi musulmani e le varie componenti della società. Lo stiamo già facendo, parlando con i politici, con gli insegnanti, con gli educatori, con i giornalisti,… Bisogna proteggere i musulmani di seconda o terza generazione dagli estremismi. In alcuni Paesi europei, come il Belgio, l’Olanda, la Francia, l’Austria o la Svezia, i responsabili politici si sono accorti dell’importanza di proteggere questi giovani affinché non cadano in interpretazioni sbagliate dell’islam, tanto facili da trovare oggi in internet. Dobbiamo affrontare questo problema con un grande senso di responsabilità.


Un’ultima domanda. Perché non organizzare una fiaccolata, magari per le vie di Lugano, per mostrare il sostegno della comunità islamica in Ticino verso le vittime degli attacchi di questi estremisti?
Perché no! Mi pare una bella idea. Possiamo pensarci.

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