Siria: Le false notizie sui cristiani decapitati o convertiti all'Islam e sulle "jihadiste del sesso"

Fonte: DER SPIEGEL

ribelli siriani
Il ruolo dei jihadisti stranieri legati ad al-Qaeda in Siria è stato oggetto di un intenso dibattito nei media occidentali, sia tra i "think tank", sia dentro i governi stessi. Eppure, nonostante l'attenzione prestata al problema, la ricerca dell'attendibilità dietro alle notizie riportate e pubblicate è spesso minima.

C'è una buona ragione per questo:
Pochissimi giornalisti stranieri sono ancora in viaggio nelle zone della Siria che non sono più controllate dal regime di Bashar Assad . Naturalmente,  anche altri fattori influenzano la segnalazione delle notizie stesse.

Fin dall'inizio il regime, nella sua propaganda, ha descritto l'insurrezione come l'azione di "terroristi stranieri", ed ha spesso usato i media russi, in particolare, come piattaforma per diffondere i falsi resoconti degli eventi.
All'inizio di settembre, per esempio, il regime ha attribuito ad al-Qaida un attacco da parte di diversi gruppi ribelli contro due checkpoints controllati da miliziani cristiani nella città siriana occidentale di Maaloula. Il regime ha sostenuto che il gruppo aveva attaccato e danneggiato le chiese, che ha spinto i cristiani nelle strade e li ha costretti a convertirsi all'Islam, con la minaccia di decapitazione se non lo facessero . Questa versione orribile della storia è stata riportata dalle agenzie di stampa  americane e britanniche. 
Purtroppo , pochi hanno riferito che le suore del monastero di Tekla di Maaloula avevano negato che tali attacchi avessero avuto luogo.

Ma chi verifica l'attendibilità dei fatti riportati?
C'è una tendenza generale nei media di riportare ogni presunta atrocità di al-Qaeda per ottenere un grande ascolto, ma senza alcun riguardo nel verificare la storia e la sua attendibilità. Gli esempi sono numerosi: dagli  attacchi alle chiese, al presunto esodo delle giovani donne tunisine che praticherebbero il cosiddetto "Jihad del sesso"in Siria , dove decine di giovani donne combattenti sono falsamente accusate di “condividere” i loro corpi per la causa siriana.

La presenza di stranieri radicali ( anche quando non erano nemmeno lì ) è spesso usata come argomento contro qualsiasi intervento militare o anche solo nel fornire aiuti di armi ai ribelli .

Fonte 1: DER SPIEGEL , "Jihad Tourists: How Dangerous Are Syria's Foreign Fighters?"
Fonte 2: Le Nouvel Observateur , TUNISIE. La vérité sur le "djihad sexuel"


Le suore in salvo dopo la seconda cattura della città




Testimonianza di Wasim (volontario ONSUR) in Siria del 27.12.2013:

"Oggi è stata una giornata molto intensa e soddisfacente!!
Abbiamo incontrato padre Hanna e le sue suore ed abbiamo così toccato con mano la solidarietà che c'è tra i cristiani ed i musulmani in Siria, soprattutto in questo periodo difficile!!!
Abbiamo visto la realtà dal suo interno, da una parte le fazioni siriane di combattenti per la liberazione del paese dal tiranno Assad che difendono e tengono in sicurezza il convento e dall'altra parte padre Hanna e le suore che, in maniera molto umana e amorevole, accolgono i senza tetto di ogni credo: musulmani, cattolici, ortodossi, drusi, armeni, ecc. nel loro convento assicurando loro cure, calore e cibo, condividendo tutto ciò che possiedono !!
Niente a che vedere con quanto millantano alcune persone, anche su facebook, in cui parlano di ribelli musulmani che ammazzano i fratelli cristiani, mostrando foto di bambini e donne uccisi, chissà come...
Noi abbiamo visto e vissuto, ed abbiamo visto tutto il contrario!!
Sono stati momenti molto toccanti e commoventi, in particolare vedere padre Hanna commosso ed emozionato dalla nostra visita.
Visita che ci ha dato ancora più forza e voglia di continuare nel nostro operato ed ad aiutare tutta la popolazione siriana come abbiamo fatto sino ad oggi: senza distinzioni di religione, razza, etnia o sesso!!!"
Siria un solo popolo!"



Wasim insieme a suor Patrizia di Avellino e padre Hanna nel convento Al Qunaie in prov. di Idlib


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