Egitto: Le provocazioni dei Copti per screditare il governo islamico
Jayson Casper |
Il presidente egiziano, Mohamed Morsi, ha ordinato un’inchiesta per fare luce sugli attacchi contro le chiese e contro la stessa cattedrale ortodossa di San Marco al Cairo. Nel corso delle violenze dilagate nella giornata di domenica due persone sono morte e 90 sono rimaste ferite. Ilsussidiario.net ha intervistato Jayson Casper, giornalista e ricercatore americano con sede al Cairo che ha seguito gli scontri nel quartiere di Abbasiya per il quotidiano online Arab West Report.
Ci vuole raccontare che cosa è avvenuto realmente, sulla base delle testimonianze che ha raccolto sul campo?
Negli ultimi giorni si sono verificati due diversi episodi di scontri confessionali. Il primo è avvenuto in un villaggio a Nord del Cairo, caratterizzandosi come un conflitto locale tra comuni cittadini che è sfuggito di mano. A seconda delle testimonianze la provocazione iniziale è attribuita ai cristiani o ai musulmani, anche se il dato di fatto è che un cristiano ha ucciso un musulmano. A quel punto una folla inferocita ha attaccato chiese e negozi gestiti dai copti, con persone provenienti da altri quartieri che hanno portato a
un’escalation della tensione. Inizialmente si è trattato quindi soltanto di un problema locale che riguardava due comuni cittadini di diversa religione. Ma nel giro di poco tempo la situazione si è rapidamente deteriorata e gli scontri settari si sono moltiplicati.
un’escalation della tensione. Inizialmente si è trattato quindi soltanto di un problema locale che riguardava due comuni cittadini di diversa religione. Ma nel giro di poco tempo la situazione si è rapidamente deteriorata e gli scontri settari si sono moltiplicati.
Il secondo incidente è quello che ha coinvolto la cattedrale di San Marco. Come si è arrivati a tanto?
Anche la dinamica del secondo incidente non è stata ancora del tutto chiarita. Secondo fonti ufficiali, alcuni copti sono usciti dalla chiesa e hanno iniziato a distruggere le auto parcheggiate lungo le strade, azzuffandosi con chiunque trovassero sul posto. La questione irrisolta è se i residenti del quartiere abbiano risposto alle provocazioni di un piccolo gruppo di giovani cristiani, o se si sia trattato di un attacco pianificato portato avanti da persone sotto una falsa identità. Fatto sta che a quel punto gli scontri si sono aggravati in modo molto rapido e drammatico. Questa è in assoluto la prima volta che la cattedrale copta-cattolica di Abbasiya si è trovata sotto attacco. Ricordo che quest’ultima è la sede del Papa dei copti, la guida della Chiesa copta ortodossa. In questo attacco c’è quindi una serie di valori simbolici che sconvolgono i copti.
Delinquenti pagati? |
Alcuni degli attacchi contro le chiese sono stati messi in atto da parte di persone con delle lunghe barbe, che sono un tratto distintivo dei salafiti. Tuttavia la maggioranza degli attacchi sarebbero stati messi in atto da persone “normali” che vivono nella zona, o da persone di altri quartieri senza nessuna particolare identificazione ideologica. Probabilmente si trattava di delinquenti comuni che possono essere stati assoldati da chiunque fosse disposto a pagarli. Gli attacchi contro le chiese non rientrano quindi in un contesto di manifestazioni ricorrenti di odio anti-cristiano da parte di salafiti e Fratelli musulmani. Anche se una parte di chi li ha compiuti potrebbe essere stato comunque spinto ad agire dall’ideologia salafita.
Fino a che punto in Egitto l’odio contro i cristiani è una realtà?
Sulla base della mia esperienza non ho mai riscontrato da parte dei salafiti un odio contro i cristiani in quanto tali. Cristiani e musulmani sono vicini di casa, sono sempre vissuti insieme, hanno convinzioni religiose differenti ma di solito non si criticano reciprocamente in maniera irrispettosa. Piuttosto, l’accusa mossa è che parlare di persecuzione nei confronti dei cristiani sia un tentativo di screditare l’Egitto e l’islam.
Salafiti e Fratelli musulmani vogliono che l’islam sia ancora più in primo piano nella vita pubblica e controlli l’intero Paese. Quest’ultima scelta è molto negativa per i copti. I partiti islamisti non perseguitano i cristiani né li odiano in quanto tali, ma di fatto i cristiani percepiscono quanto stanno facendo questi partiti come una riduzione dei loro diritti e un tentativo di limitarne la loro piena cittadinanza. Da questo punto di vista alcuni musulmani esprimono frustrazione nei confronti dei cristiani in quanto percepiscono che questi ultimi sono contrari al progetto islamista. Un certo atteggiamento negativo nei confronti dei copti non nasce quindi per un odio contro il cristianesimo, ma perché li si identifica come un ostacolo al perseguimento di un progetto politico.
Fonte: Ilsussidiario.net
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